Mi sono formata alla facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino e ho conseguito nel 2014 la laurea magistrale in Psicologia Clinica e di Comunità.
Abilitata alla professione ho proseguito la mia formazione con la specializzazione in Psicoterapia Sistemico-Relazionale presso il Centro Studi Eteropoiesi di Torino.
Ho svolto il mio tirocinio presso gli ambulatori dei servizi di Psicologia dell’Età Evolutiva e di Neuropsichiatria Infantile dell'ASL “Città di Torino” e conseguito un master sui Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA).
Da sempre sono interessata al mondo dell’età evolutiva e ai temi che la riguardano.
Svolgo la mia attività di psicologa psicoterapeuta in studio privato dove mi occupo di bambini, adolescenti, adulti e delle loro relazioni.
Da anni collaboro come psicologo esperto esterno con alcuni Istituti Scolastici del territorio piemontese presso i quali fornisco consulenza nei servizi di sportello d’ascolto.
Piccole persone, piccoli problemi? Anche i più giovani si confrontano con situazioni ed eventi stressanti sino ad arrivare, alle volte, ad esprimere segni di vera e propria sofferenza e disagio. Gli adulti che li circondano non sempre riescono a comprendere a pieno il senso di questi segnali e ad intervenire in loro aiuto in modo efficace sperimentando a loro volta senso di impotenza ed inadeguatezza.
Il lavoro con i bambini e con gli adolescenti ha come obiettivo quello di permettere e favorire l’espressione di sé in un ambiente sicuro e dedicato, così che le esperienze possano essere condivise e significate. Nel percorso non ci si dimentica però degli adulti, anzi li si coinvolge attivamente per definire insieme a loro nuove strategie che siano di supporto alla crescita dei più giovani. I percorsi dedicati a bambini e ragazzi vengono quindi integrati da interventi rivolti ai genitori in un lavoro parallelo di sostegno alla genitorialità.
Nel mio lavoro con i più piccoli gioco ed utilizzo strumenti espressivi che sono utili a favorire l’accesso al loro mondo interno, la creazione di un linguaggio comune e di una relazione di fiducia.
Gli adolescenti, carichi delle fatiche e delle speranze di un’età fatta di tanti mutamenti, della continua ricerca di sé, di molti negoziati tra il sociale e il familiare, vengono sostenuti ed accompagnati ad incontrarsi e a riconoscersi nelle molteplicità di cui sono portatori.
L’intervento psicologico con gli adulti parte dalla richiesta di un primo appuntamento di consulenza che possa essere di aiuto a mettere a fuoco un problema o un malessere che si sta vivendo o al quale non si è riusciti a trovare una soluzione soddisfacente.
Sono molte e varie le situazioni in cui il confronto con un professionista può essere d’aiuto, non solo per risolvere un problema, ma anche per trovare le risorse necessarie ad affrontare uno specifico momento o, ancora, ad orientare verso il percorso più adatto a sé e più efficace rispetto alla domanda che si porta.
La consulenza può quindi svilupparsi diversamente: concludersi dopo un unico incontro, continuare con successivi colloqui di sostegno psicologico, evolvere verso un percorso di psicoterapia o tradursi nell’invio ad un altro professionista.
Nel mio lavoro cerco di mettere le persone nelle condizioni di potersi esprimere autenticamente così da poter riconoscere i propri limiti e le proprie possibilità, scoprire nel confronto nuove prospettive e risorse, raggiungere una sempre maggiore consapevolezza di sé.
Come per i singoli individui anche le coppie e le famiglie si trovano a dover evolvere nel tempo assieme ai propri membri, ad affrontare cambiamenti o eventi improvvisi, a doversi confrontare con compiti di sviluppo nuovi in un vero e proprio percorso di crescita. Non sempre però queste trasformazioni fisiologiche semplicemente avvengono o sono indolori; esse, infatti, mettendo in discussione modalità di funzionamento rodate nel tempo e sollecitando variazioni negli assetti relazionali e intrapersonali, possono incontrare resistenze da parte degli interessati, disorientati nel trovarsi ad abbondonare equilibri noti.
Può dunque rivelarsi utile rivolgersi ad un professionista che accompagni nell’attraversare il momento di crisi e faciliti l’individuazione di un nuovo assetto relazionale rispettoso dei bisogni e dello sviluppo di tutti i soggetti coinvolti.
Svolgo attività di sostegno e terapia della coppia rivolta a coloro che si trovano a vivere un momento di crisi, con l’obiettivo di accompagnare i partner verso la ridefinizione della relazione e ad individuare modalità nuove o più funzionali di vivere il rapporto.
La famiglia può trovarsi in una fase di stallo rispetto all’affrontare un passaggio evolutivo e può trarre giovamento da un percorso dedicato che aiuti i suoi membri a significare quanto accade, a comprendere cosa non funziona e come proporsi diversamente nel proprio modo di relazionarsi e di comunicare, a trovare le risorse necessarie ad affrontare gli intoppi di percorso. La terapia famigliare ha come obiettivo quello di portare alla luce il sistema di rappresentazioni che la famiglia ha di sé stessa ed assisterla in un percorso di crescita.
Con psicodiagnosi si intende il processo attraverso cui il professionista cerca di comprendere e definire nel miglior modo possibile la difficoltà psicologica portata dalla persona, delinearne il funzionamento di personalità, rilevarne i punti di forza e di debolezza. La diagnosi non rappresenta “un’etichetta” che si appone, ma una descrizione dinamica di una modalità di funzionamento sempre passibile di evoluzione nel corso del tempo.
Un’indagine psicodiagnostica permette di circoscrivere con maggior precisione la difficoltà, cogliere le modalità di funzionamento del proprio cliente ed avere un quadro preciso della situazione per individuare il percorso più adatto da suggerire.
Il processo di valutazione comprende diverse fasi e prevede, in affiancamento al colloquio clinico ed all’osservazione, l’uso di un repertorio integrato di strumenti tra i quali questionari, inventari di personalità, batterie, test psicometrici o proiettivi.
Il tipo di tecniche utilizzate variano in base al contesto, allo scopo della valutazione, all’età della persona e al tipo di difficoltà che devono essere valutate.
Mi occupo di psicodiagnosi dell’età evolutiva e dell’età adulta ed utilizzo strumenti di valutazione del funzionamento cognitivo e degli aspetti emotivo-relazionali rivolti a bambini, adolescenti e adulti.
Ho scelto di rispondere alla domanda con questa battuta capace di cogliere due aspetti fondamentali del mio lavoro: il cambiamento e la motivazione al cambiamento.
Il cambiamento è l'obiettivo che spera di raggiungere chi si trova in una situazione di malessere e chiede un aiuto, una variazione desiderata che non sempre ha però confini così chiari e delineati.
Un luogo comune vuole che ci si rivolga ad un professionista solo di fronte a situazioni di grave disagio mentale. In verità ognuno di noi nel corso della propria vita attraversa periodi difficili e stressanti, si confronta con situazioni complesse o si trova di fronte ad eventi improvvisi che affronta cercando soluzioni, attingendo alle proprie risorse.
A volte però questi sforzi non bastano o non ci lasciano del tutto soddisfatti.
La motivazione rappresenta invece la condizione necessaria affinché qualsiasi cambiamento avvenga. Ci sono però anche delle situazioni che non ci riguardano unicamente, non hanno direttamente a che fare con noi, o più semplicemente non dipendono dalla nostra volontà.
Lavorando con bambini e famiglie mi succede spesso di osservare come non tutti i membri del nucleo si sentano ugualmente orientati verso il cambiamento, così che alcuni finiscono per disinteressarsi o mostrarsi ostili nei confronti del percorso.
È importante tenere presente che non si può costringere l’altro ad un cambiamento se non è lui stesso a desiderarlo, si può però lavorare su un proprio cambiamento così da favorire condizioni nuove che possono stimolare anche negli altri delle variazioni. In questi casi dunque si potrebbe dire che non serve alcuno psicologo per “cambiare la lampadina”, ma potrebbe rivelarsi utile il cambiamento di un’altra per dare alla prima la possibilità di emettere una luce nuova.
Come professionista cerco di mettere la persona nella condizione di poter pensare a soluzioni diverse e nuove, sempre considerandola il maggiore esperto di sé e della propria vita.
In un percorso psicoterapeutico si lavora per trasformare un momento di crisi in un'occasione crescita, favorendo un nuovo modo per pensare al problema e per affrontarlo.
Questo processo avviene nella relazione, nello spazio di fiducia che si instaura tra cliente e professionista, grazie all’ascolto e al dialogo empatico che permette di ri-conoscersi, in un confronto in cui prendono forma connessioni e si maturano nuove consapevolezze di sé.